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"Ci siamo": approvato in Senato il referendum sulla Voce, si terrà entro la fine dell'anno

L’Australia terrà un referendum sulla Voce in Parlamento nei prossimi sei mesi, dopo che la legge per indirlo è stata approvata dal parlamento federale.

Two women embrace each other in parliament house.

The legislation on the Indigenous Voice referendum question has passed federal parliament, a development that moves the nation closer to a referendum date being determined. Source: AAP / Lukas Coch

In evidenza
  • L'approvazione del disegno di legge sul referendum sulla Voce innesca il processo per fissare una data per il voto
  • La data dovrà essere fissata entro due mesi e il referendum dovrà tenersi entro sei mesi
  • Più di 17 milioni di australiani sono registrati per votare al referendum
Gli australiani saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza sulla Voce in Parlamento entro la fine dell'anno, dopo che il disegno di legge per approvare il referendum è passato al Senato con 52 voti contro 19.

Il referendum ha superato formalmente l'ultimo ostacolo lunedì, ed ora toccherà agli australiani e alle australiane decidere se la Voce — un organo consultivo per Aborigeni e Isolani dello Stretto di Torres noto come Voice to Parliament — verrà istituito e sancito nella Costituzione.

La Voce era uno dei pilastri della

Gli attivisti per il sì hanno dichiarato che "il lavoro del parlamento è terminato", e che il dibattito sul cambiamento costituzionale passa ora al popolo australiano.
Secondo la ministra per gli aborigeni australiani Linda Burney, l'approvazione del referendum in Senato rappresenta "un passo avanti" per l'Australia nel riconoscimento degli Aborigeni e Isolani dello Stretto di Torres nella Costituzione, cosa che potrebbe rendere un "grande Paese ancora migliore", ha affermato.

"Ci siamo... Oggi il dibattito politico finisce. Oggi possiamo iniziare una conversazione nazionale a livello delle comunità", ha dichiarato Burney lunedì, poco dopo l'approvazione della legislazione.

"Per troppo tempo, gli indigeni australiani hanno vissuto in condizioni molti peggiori rispetto agli australiani non indigeni. Il sistema non funziona. La Voce è il miglior modo per cercare di migliorarlo, perché quando ascoltiamo le persone che lavorano sul campo e consultiamo la gente del posto, vengono prese delle decisioni decisamente migliori con risultati migliori", ha affermato la ministra.

I laburisti sottolineano che la Voce sarebbe un organo puramente consultivo, che darebbe agli Aborigeni e Isolani dello Stretto di Torres l'opportunità di esprimere la loro opinione in Parlamento su questioni che li riguardano da vicino.

Secondo i critici, la proposta comporta dei rischi, mentre secondo altri non conferisce abbastanza potere agli indigeni australiani.

Il referendum, il primo in quasi 25 anni in Australia si svolgerà entro la fine dell'anno.

"Questa è un'opportunità irripetibile per migliorare la nostra grande nazione", ha dichiarato Burney.
A woman raises her fist as she walks in the parliament.
Independent Senator Lidia Thorpe reacts after the passing of the Voice to Parliament in the Senate chamber at Parliament House. Source: AAP / Lukas Coch
"La verità è che questo non avrà alcun impatto diretto sulle vite della maggior parte degli australiani. Ma potrebbe semplicemente rendere la vita migliore per il gruppo più svantaggiato d'Australia," ha dichiarato la ministra.

"Questa è un'opportunità per fare le cose meglio: invece di prendere decisioni per gli indigeni australiani, queste decisioni possono venire prese con gli indigeni australiani".

La Coalizione approva il disegno di legge sul referendum

Nonostante abbia espresso la propria opposizione alla Voce, lunedì mattina la Coalizione ha approvato il disegno di legge.

La frontbencher liberale Michaelia Cash sostiene che la vittoria del sì "farebbe cambiare irrevocabilmente" la costituzione australiana.

Secondo Cash, i laburisti non hanno fornito dei dettagli sufficienti su come questo organismo, a suo parere "divisivo", funzionerebbe.
"[Ma] abbiamo fiducia negli australiani e nelle australiane e nel loro diritto di avere voce in capitolo su questa questione", ha dichiarato Cash.

"Non si sa bene come funzionerebbe, creerebbe divisioni e sarebbe una cosa permanente. Se non sapete come la Voce funzionerà, il mio consiglio è: votate No".

La portavoce della Coalizione degli indigeni australiani, Jacinta Price, ha affermato che lasciare che il Parlamento chiarisca i dettagli di come la Voce funzionerebbe dopo il referendum comporta molti rischi legali.

"Il primo ministro vuole che ci fidiamo ciecamente di lui per firmare il suo assegno in bianco e consentire che la sua rischiosa proposta venga sancita per sempre nella costituzione, quando non può garantire nulla", ha dichiarato Price.

Alcuni membri della Coalizione hanno votato contro il disegno di legge, un cavillo che consentirà loro di contribuire agli opuscoli per il "No" che verranno distribuiti agli elettori.

I Verdi festeggiano un giorno "memorabile", mentre Thorpe incoraggia a votare per il no

Secondo la portavoce per gli australiani indigeni dei Verdi Dorinda Cox, il 19 giugno è stato un "giorno davvero storico" per gli australiani delle Prime Nazioni.

"Il lavoro del Parlamento è terminato. È tempo che coloro che sostengono il sì condividano con il resto degli australiani come mai questo referendum è così importante e perché una Voce al Parlamento è così importante", ha affermato.

"Questo è solo il primo dei vari passi da intraprendere. Abbiamo bisogno di ripristinare i diritti delle persone delle Prime Nazioni di questo Paese. Abbiamo anche bisogno di vedere dei progressi verso Truth e Treaty, e dobbiamo farlo adesso".
Penny Wong stands in Senate in front of a woman and two men sitting down
Ms Burney, seated left, was present for the debate. Source: AAP / Lukas Coch
Quando la senatrice dei Verdi Dorinda Cox ha sottolineato che la Voce non avrebbe minato la sovranità indigena, è stata ripetutamente interrotta dalla senatrice indipendente Lidia Thorpe.

Thorpe faceva parte dei Verdi ma li ha lasciati a febbraio di quest'anno per fare una sua campagna indipendente sulla Voce.

"Provalo!" ha ripetutamente affermato la senatrice Thorpe.

La senatrice Thorpe, una donna DjabWurrung, Gunnai e Gunditjmara, ha descritto la giornata di lunedì come "il giorno dell'assimilazione" e sta esortando gli australiani a boicottare il referendum.

In un discorso in Senato, Thorpe ha descritto la legislazione come "l'ultimo chiodo nella bara".

"Voterò no a questa idea disastrosa di non darci alcun potere", ha dichiarato Thorpe.

"Non posso sostenere qualcosa che non dà potere al mio popolo. Non posso sostenere qualcosa che fa comodo a chi ha il potere".
Woman poses with group of people in 'yes' t-shirts.
Minister for Indigenous Australians Linda Burney poses for a photo with 40 members of Jawun at Parliament House in Canberra. Source: AAP / Mick Tsikas
"Riconoscere la sovranità dei Primi Popoli in questo Paese [dissolverebbe] l'istituzione coloniale e violenta in cui viviamo in Australia", ha dichiarato Thorpe.

"Sì, sono qui per infiltrarmi, [per] scuotere le gabbie, [per] distruggere la supremazia bianca di questa nazione".

La Senatrice Thorpe, che durante il dibattito indossava una maglietta con la parola Gammin, ha chiesto al Parlamento di implementare le raccomandazioni della Commissione reale sui decessi degli aborigeni in prigione.
Lidia Thorpe sitting in the Senate. She is wearing a grey t-shirt with the word 'Gammin' written in white
Independent senator Lidia Thorpe reacts during debate on the Voice to Parliament in the Senate chamber at Parliament House. Source: AAP / Lukas Coch
"'Gammin', come sappiamo, vuol dire falsità e il fingere [di fare qualcosa]", ha affermato.

"Stiamo qui ad ascoltare tutte queste belle storie su come la Voce risolverà le nostre vite. Risolverà tutto. [Ma] non possiamo fare nulla fino a dopo questo referendum... Nel frattempo, i bambini vengono torturati nelle carceri".

Malarndirri McCarthy invita gli australiani ad "ascoltare il lato migliore di se stessi"

Parlando durante il dibattito di lunedì, la frontbencher laburista Malarndirri McCarthy ha esortato gli australiani a votare sì "per un futuro migliore" e ha affermato che la Voce significherà "molto" per gli aborigeni.

"[Gli aborigeni] si stanno rivolgendo a tutti gli australiani, per poter essere orgogliosi di questo momento nella storia del nostro Paese, in cui possiamo sollevarci a vicenda — dove le persone delle Prime Nazioni possono essere, e sentirsi davvero, parte del tessuto sociale," ha dichiarato.

Dopo che la senatrice di One Nation Pauline Hanson ha esortato gli australiani a "chiedersi il perché" delle generazioni rubate, la senatrice McCarthy ha ammesso di essere preoccupata per il tenore che assumerà il dibattito nei prossimi mesi.

La senatrice McCarthy ha esortato gli australiani ad "ascoltare il lato migliore di se stessi" durante il dibattito.

"Sono un po' preoccupata, quando sento alcuni dei commenti che vengono fatti", ha affermato McCarthy.
Red-headed woman in jacket speaks.
Senator McCarthy conceded concern over the tenor of the debate, just moments after Pauline Hanson's (pictured) comments. Source: AAP / Lukas Coch
La senatrice Hanson aveva affermato in precedenza che molti bambini portati via dai propri genitori durante le Stolen Generations "non sarebbero sopravvissuti" se fossero rimasti con le loro famiglie.

“Parlate delle generazioni rubate. È successo in quel momento della storia. Chieditevi il perché”, ha affermato.

Il rapporto Bringing Them Home del 1997 ha rilevato che la separazione dei bambini indigeni dalle loro famiglie è stata una grave violazione dei diritti umani, e i discendenti di questi bambini hanno maggiori probabilità di essere incarcerati, di soffrire di problemi di salute e hanno più difficoltà a trovare un lavoro.

Il primo ministro Anthony Albanese ha affermato di non aver visto i commenti della senatrice Hanson, ma ha ritenuto che fossero coerenti con le cose che aveva detto in passato.

“Non intendo rispondere a questi commenti, perché non credo che siano degni di una risposta da parte del primo ministro. Incoraggerò un dibattito rispettoso su questo", ha affermato.

"Indipendentemente dal modo in cui le persone voteranno, i sostenitori o oppositori della Voce dovrebbero fare del loro meglio per attenersi ai fatti, e non dire cose che sanno non essere vere", ha aggiunto.

"I voti dei residenti dell'ACT e del NT non contano come gli altri"

I referendum vengono approvati con una cosiddetta doppia maggioranza: una maggioranza generale e una maggioranza degli stati.

I residenti del Northern Territory e dell'Australian Capital Territory non contano per quanto riguarda quest'ultimo criterio.

Il senatore indipendente David Pocock ritiene che il voto dei residenti dell'ACT e del NT non conti come gli altri.

Il senatore Pocock ha descritto i tentativi della Coalizione di inquadrare il referendum come "la Voce di Canberra" come "palesemente falsi".

"Questo è il risultato di uno dei processi di consultazione più approfonditi della storia d'Australia... Se il sistema non ha problemi, non c'è bisogno di aggiustarlo. Ma se ci sono delle falle, dobbiamo sistemarlo. E questa è l'opportunità per farlo", ha dichiarato.

Una Voce aborigena in Parlamento è stata una delle richieste della Dichiarazione di Uluru dal cuore emessa dai leader indigeni nel 2017.

Agli australiani verrà chiesto in un referendum da tenersi entro la fine dell'anno se sostengono una modifica alla Costituzione per creare un organo indipendente permanente al Parlamento e al governo federale, per fornire consulenza su questioni che interessano gli australiani indigeni.

I dettagli di come funzionerà verrebbero poi determinati dai parlamentari in caso di successo del referendum.

Burney ritiene che l'istituzione della Voce sia uno degli strumenti chiave per cercare di porre rimedio ai problemi di salute, socio-economici e di aspettativa di vita degli Aborigeni e degli Isolani dello Stretto di Torres.
Un aggiornamento sugli obiettivi di Closing the Gap — la campagna per eliminare il divario tra australiani indigeni e non indigeni sulle metriche sanitarie, sociali e di benessere — pubblicato la scorsa settimana, ha mostrato che

"La Voce apporterebe un cambiamento strutturale e sposterebbe l'attenzione su questioni importanti per eliminare questo divario", ha affermato Burney.

"La Voce avrebbe ha un'enorme autorità morale. Sarà indipendente e fornirà consulenza indipendente non solo al Parlamento ma anche al governo [federale]", ha aggiunto.

"[Questo organo] sarà responsabile. Sarà equilibrato, sarà guidato dalla comunità e esisterà all'interno di strutture e organizzazioni che già esistono".
Il leader del National Party, David Littleproud, ha dichiarato nel novembre dello scorso anno che il suo partito avrebbe condotto una campagna per il no.

All'epoca disse che non pensava che la proposta avrebbe aiutato a "eliminare veramente il divario".

Littleproud ha ribadito di essere della stessa posizione e crede che la soluzione non richieda un organo costituzionalmente sancito nel Parlamento.
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Passa anche al Senato il referendum sulla 'Voice to Parliament'

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20/06/202308:03
"I governi hanno versato miliardi di dollari per cercare di risolvere questo problema [di colmare il divario] ma l'abbiamo fatto nel modo sbagliato", Littleproud ha dichiarato in un'intervista con l'ABC.

"L'intenzione di raggiungere l'uguaglianza c'è sempre stata; è il modo che cambia", ha dichiarato, ammettendo che il suo partito è anche stato responsabile di questo fallimento in quanto parte del governo di coalizione.

"Abbiamo fallito... Soltanto se elimiamo la burocrazia possiamo colmare il divario".

Secondo Littleproud, soltanto degli interventi mirati a livello di comunità possono aiutare a risolvere il problema, e non un organo in Parlamento.

"È qui che gli elder di una comunità locale — e non a livello di nazione — devono essere coinvolti e responsabilizzati ... Bisogna far uscire i burocrati [dagli uffici di] Canberra e mandarli nelle comunità a parlare con questi elder".

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Published 21 June 2023 4:27pm
By Finn McHugh, Biwa Kwan
Source: SBS


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