Indigenous Voice to Parliament: la risposta della FECCA alla controversa proposta di Warren Mundine

Il presidente della FECCA Carlo Carli fuori dagli studi di SBS.

Il presidente della FECCA Carlo Carli fuori dagli studi di SBS. Credit: SBS.

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Le dichiarazioni di un esponente di spicco del gruppo Aborigeno che si batte per il NO alla Voce in Parlamento hanno colto di sorpresa i gruppi che rappresentano i migranti.


IN SINTESI
  • Il partito liberale si riunirà a breve per decidere la propria posizione riguardo alla Voice to Parliament
  • Le dichiarazioni a favore del no di un esponente di spicco della comunità aborigena ha sorpreso molti
  • Il presidente della FECCA fa notare come la posizione non sia stata condivisa con i rappresentanti dei gruppi etnici
La proposta di inserire una Voce Indigena in Parlamento sta generando numerose controversie. Mentre il partito liberale si riunirà a breve per decidere una posizione ufficiale in proposito, la The Voice No Case Committee ha lanciato la campagna Recognise a Better Way, e l'ex presidente del partito laburista e candidato liberale indigeno Nyunggai Warren Mundine ha dichiarato che la Costituzione è per tutti gli australiani, e che anche migranti e rifugiati dovrebbero essere inclusi.

Carlo Carli, presidente della FECCA, la Federation of Ethnic Communities’ Councils of Australia, ha fatto notare che un eventuale riconoscimento dei migranti nella Costituzione non è stato discusso in alcun modo con i migranti stessi, e ai microfoni di SBS Italian ha commentato: "La proposta è venuta senza dibattito, senza parlarne con i vari gruppi etnici".
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Al momento tutti i gruppi multiculturali appoggiano la proposta della Voce Aborigena in Parlamento. Carli ha sottolineato che "se si perde questo referendum, se vince il no, si torna indietro (...) di vent'anni".

L'intervento di Nyunggai Warren Mundine, ha continuato Carli, sembra divisivo perché le persone arrivate da poco in Australia "non sono al corrente dei dibattiti in corso, e mischiare i piani crea confusione".

Carli ha spiegato che la proposta in sé potrebbe anche essere una cosa utile, ma sarebbe interessante "ascoltare un po' di argomenti" e capire come mai non sia stata condivisa con le organizzazioni coinvolte.

"Il ruolo della FECCA e delle altre organizzazioni - ha concluso - è spiegare bene quale è la situazione e perché".

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