L'Australia dice no al referendum sulla Voce indigena in parlamento

Aboriginal and Torres Strait flags

Schede elettorali in un centro di conteggio a Melbourne, sabato 14 ottobre 2023. Source: AAP / CON CHRONIS/AAPIMAGE

La proposta per inserire nella Costituzione una Voce indigena al Parlamento è stata rifiutata, con un voto negativo in tutti e sei gli Stati e nel Northern Territory.


PUNTI CHIAVE
  • Il referendum sull'inserimento di una Voce indigena in parlamento si è concluso con un netto risultato a favore del "no".
  • Tutti e sei gli stati e il Northern Territory hanno votato "no", solo l'Australian Capital Territory ha votato "sì".
  • Il primo ministro Anthony Albanese ha esortato gli australiani alla coesione.
Australiani e australiane hanno rifiutato la proposta referendaria di inserire nella Costituzione una voce indigena al Parlamento.

Durante lo storico referendum di sabato 14 ottobre in tutti e sei gli Stati e nel Northern Territory ha prevalso il no, che guida anche nel risultato complessivo nazionale.

L'ACT è stata l'unica giurisdizione a registrare una maggioranza di "sì".

Il Primo Ministro Anthony Albanese, deluso dai risultati, ha insistito sul fatto che il risultato "non ci definisce e non ci dividerà".

"Ora tocca a tutti noi unirci e trovare una strada diversa verso la stesso traguardo di riconciliazione", ha affermato Albanese.
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Il primo ministro australiano Anthony Albanese dopo la chiusura delle urne il 14 ottobre 2023.
Il leader dell'opposizione Peter Dutton ha invitato il Paese a unirsi, definendo il referendum come un esercizio di cui l'Australia "non aveva bisogno".

"La proposta e il processo avrebbero dovuto essere concepiti per unire gli australiani, non per dividerci", ha dichiarato Dutton.
Peter Dutton and Jacinta Price
Il leader dell'opposizione Peter Dutton e la senatrice Jacinta Price, ministro ombra per gli indigeni australiani, dopo la chiusura del voto. Source: AAP / JONO SEARLE/AAPIMAGE

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Alcuni membri delle popolazioni indigene australiane adotteranno una “settimana di silenzio” in conseguenza al voto, mentre c'è chi si interroga già su quanto riserva il futuro.

La ministra federale per gli affari indigeni australiani e sostenitrice del referendum Linda Burney si è detta fiduciosa che una generazione rinnovata di leader indigeni possa emergere dopo il voto.

Nyunggai Warren Mundine, una delle voci più attive nella campagna per il "no", ha affermato che questo risultato indica che gli australiani "vogliono che vengano risolte" le questioni riguardanti le comunità indigene.

"Si deve smettere di chiudere un occhio davanti alla violenza, agli abusi, al controllo coercitivo e ai comportamenti distruttivi che si verificano in alcune comunità indigene", ha affermato.

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