“Quando non abbiamo niente da perdere, è il momento in cui si fa veramente qualcosa”

Lo chef e proprietario di Al Dente Andrea Vignali.

Lo chef e proprietario di "Al Dente" Andrea Vignali. Credit: Parker Blain

La vita spensierata da chef di Andrea Vignali venne interrotta dal Covid a poche settimane dal traguardo del visto. Lo stress della pandemia però lo ha portato a trovare l’amore e a ricrearsi una carriera.


Andrea Vignali è il proprietario di "Al Dente", ristorante italiano a Carlton. 

Quando ne parla a SBS Italian, Andrea lo fa con orgoglio della sua creatura, ma pochi anni fa ha rischiato di dover lasciare l’Australia dall’oggi al domani senza niente in mano. 

Poche settimane prima del Covid nel 2020 stava raggiungendo i requisiti per la sponsorizzazione in un altro ristorante, ma il blocco delle attività e la chiusura di tutti i ristoranti lo hanno colto di sorpresa e costretto a trovare delle alternative a cui non aveva pensato. 

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Ero contento, guadagnavo il mio stipendio fantastico, ero assicurato, pagavo le tasse in Australia e ho detto: ‘Chi mi ammazza a me?'
Andrea Vignali
“Il mio più grande problema era che mi divertivo molto e dopo il duro lavoro andavo a festeggiare, e non avevo risparmi in banca”, racconta Andrea della sua vita pre-Covid. 

Poche settimane prima di ottenere il numero sufficiente di ore lavorate per poter fare richiesta di visto, a causa delle chiusure Andrea si è trovato con un pugno di mosche in mano. 

Andrea non aveva nessuna intenzione di tornare in Italia, anche perché la zona da cui viene è vicino a Bergamo, che nel 2020 è stata una delle zone con più alti tassi di mortalità in Italia. 
Ho dovuto allora inventarmi qualcosa per poter pagare l’affitto
Andrea Vignali
Come molti, Andrea aveva iniziato a sbarcare il lunario come poteva, nel suo caso facendo pasta fresca e vendendola ai vicini con l’aiuto di Instagram. 

“In quel momento c’erano molte persone costrette a stare a casa, con i soldi del governo e senza modo di spenderli: i miei vicini erano ben contenti di spendere i loro soldi per festeggiare un po’”. 
I ravioli fatti a mano che Andrea vendeva durante la pandemia.
I ravioli fatti a mano che Andrea vendeva durante la pandemia. Credit: Andrea Vignali
A quel punto, il suo visto di sponsorizzazione è stato cancellato e Andrea si è trovato in difficoltà. 

“Per fortuna ho conosciuto la mia partner di oggi, che un giorno bussò alla porta per comprare un ragù di funghi”, spiega Andrea, che ha potuto rimanere Down Under grazie alla relazione con una cittadina australiana. 

Consapevole della sua fortuna, Andrea confessa però di essere dispiaciuto per chi a causa della pandemia ha dovuto abbandonare il sogno di restare in Australia.

"Mi ricordo notti insonni, stress", spiega nel raccontare come ha vissuto quel periodo di forte incertezza, e a distanza di qualche anno ancora si rammarica di aver visto "persone piene di qualità costrette ad andarsene perché non avevano nessun altro modo legale di guadagnare".

"Invece che congelare i visti si poteva semplicemente fare un permesso per far andare chi lavorava in hospitality a pulire gli ospedali: qualsiasi cosa avremmo fatto, avremmo fatto qualsiasi cosa. Ma non potevamo", commenta con una punta di amarezza.

“È un discorso che mi tocca; così tante persone sono state cacciate in quel periodo. Mi sono sentito come un pupazzo, spostato e maneggiato, e penso che tanti si siano sentiti così”. 

“Nella sfortuna ho avuto fortuna, visto che grazie al Covid poi ho potuto aprire con Davide il mio nuovo locale”, ricorda Andrea, che ha inaugurato nel 2021 "Al Dente".  
Penso che se puoi dare qualcosa al Paese e se ti impegni nel darlo riesci sempre a ricevere
Andrea Vignali

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